domenica 4 settembre 2016

REGINA e SIGNORA dell'Universo

Vita di Maria (XX): Regina e Signora dell'universo


Tratto da OPUS DEI

La serie dei testi sulla vita della Madonna si conclude con la scena della sua incoronazione quale Regina dell’universo. “Le rendono ossequio di sudditanza gli Angeli... i patriarchi e i profeti e gli apostoli..., e tutti i peccatori, e tu e io”.

L’incoronazione della Madonna quale Regina e Signora dell’universo è l’ultimo dei privilegi concessi a Santa Maria. Sul piano soprannaturale, era logico che la Madre di Dio, una volta assunta in corpo e anima alla gloria del Cielo, fosse innalzata dalla Santissima Trinità al di sopra dei cori degli angeli e dell’intera gerarchia dei santi. Più di Te, soltanto Dio , esclama il popolo cristiano.
Un salmo di particolare importanza messianica canta la gloria del re e, insieme, la gloria della regina. Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre [...]. Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno (Sal 44 [45], 3.7). Poi il salmista si rivolge alla regina. Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: prostrati a lui [...]. La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. È presentata al re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza, entrano insieme nel palazzo del re Ibid. , 11-16).
La liturgia applica questo salmo a Cristo e a Maria nella gloria del Cielo. Questa interpretazione si basa su alcuni testi del Vangelo che si riferiscono esplicitamente alla Madonna. Nell’Annunciazione san Gabriele le rivela che suo Figlio regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine (Lc 1, 33). Sarà la madre di un figlio che, nello stesso istante del suo concepimento come uomo, è Re e Signore di tutte le cose; Ella, che lo darà alla luce, partecipa della sua regalità. La stessa cosa afferma santa Elisabetta, che, illuminata dallo Spirito Santo, confessa ad alta voce: A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Lc 1, 43). Anche san Giovanni evangelista, in una grandiosa visione dell’Apocalisse, descrive una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle Ap 12, 1). Secondo la liturgia e la tradizione della Chiesa, questa donna è Maria, che ha vinto con Cristo il dragone infernale ed è intronizzata come Regina dell’universo.
LA REGALITÀ DI MARIA È UNA VERITÀ CONSOLANTE PER TUTTI GLI UOMINI, SPECIALMENTE QUANDO CI SENTIAMO MERITEVOLI DEL CASTIGO DIVINO, COME GIUSTA PENA DEI PECCATI.
Il popolo cristiano ha sempre confessato questa suprema gloria di Maria, partecipe della regalità di Cristo. Come Lui, la possiede per nascita (è la madre del Re) e per diritto di conquista (è la sua fedele compagna nella redenzione). Nelle sue mani il Signore ha posto i meriti sovrabbondanti che ha guadagnato con la morte sulla Croce, affinché li distribuisca secondo la Volontà di Dio.
La regalità di Maria è una verità consolante per tutti gli uomini, specialmente quando ci sentiamo meritevoli del castigo divino, come giusta pena dei peccati. La Chiesa invita a ricorrere a Lei, nostra Madre e nostra Regina, in tutte le nostre necessità. Essere Madre di Dio e Madre degli uomini è il solido fondamento della filiale fiducia nella sua potente intercessione, che ci conforta e ci spinge ad alzarci dalle nostre cadute.
Alla fine di queste meditazioni la invochiamo con le parole di un’antica preghiera: Salve Regina, Mater misericordiæ; vita, dulcedo, spes nostra, salve! Dio ti salvi, Regina e Madre di misericordia... Ad te clamamus, exsules filii Evæ. Ad te suspiramus, gementes et flentes..Riponiamo in Lei tutta la nostra fiducia, perché una madre ascolta sempre le suppliche dei suoi figli. Recordare, Virgo Mater Dei – le diciamo - , dum steteris in conspectu Domini, ut loquaris pro nobis bona (cfr. Ger 18, 20). Ella parla sempre bene di noi davanti al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e ottiene dal Signore le cose buone di cui abbiamo bisogno. Soprattutto la grazia della perseveranza finale, che ci aprirà le porte del Cielo: Prega per noi, peccatori, ora e nell’ora della nostra morte. Amen .
J.A. Loarte

MATRIMONIO con GIUSEPPE

Vita di Maria (IV): Lo sposalizio con Giuseppe


Tratto da OPUS DEI
Quando la vita di Maria e quella di Giuseppe si uniscono, siamo ormai quasi al culmine di questa storia. La scena dello sposalizio costituisce il quarto capitolo della “Vita della Vergine” .

La pienezza dei tempi è vicina. Colei che è stata predestinata a diventare la Madre di Dio, ancora non lo sa. È cresciuta e si è fatta donna; ma la SS. Trinità le prepara un santo matrimonio che salvaguarderà la sua verginità. Il Figlio di Dio fatto uomo, Messia di Israele e Redentore del mondo, deve nascere e crescere in seno a una famiglia.
È molto probabile – tutti gli indizi convergono in questa direzione – che a quel tempo i genitori della Madonna fossero già morti. Maria probabilmente viveva in casa di qualche parente, che si era preso cura di Lei quando era rimasta orfana. Avvicinandosi l’età in cui le ragazze d’Israele erano solite contrarre matrimonio, intorno ai quindici anni, il capo di quella famiglia, come rappresentante del padre di Myriam, dovette occuparsi della questione. E fu concordato il matrimonio di Maria con Giuseppe, l’artigiano di Nazaret.
Poche sono le notizie che i Vangeli ci danno sullo sposo di Maria. Sappiamo che anche lui apparteneva alla casa di Davide e che era un uomo giusto Mt 1, 19), vale a dire, un uomo che – come afferma la Scrittura – si compiace della legge del Signore , e la sua Legge medita giorno e notte Sal 1, 2). La liturgia applica a lui alcune frasi ispirate: il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano Sal 91 [92], 13).
"COME È POSSIBILE? NON CONOSCO UOMO" (LC 1, 34). QUESTA RISPOSTA, QUANDO ERA GIÀ PROMESSA A GIUSEPPE DI NAZARET, HA UNA SOLA SPIEGAZIONE: MARIA AVEVA IL FERMO PROPOSITO DI RIMANERE VERGINE.
Il vangelo di san Luca narra che quando l’Arcangelo Gabriele le annuncia, da parte di Dio, il concepimento di un figlio, Maria risponde: Come è possibile? Non conosco uomo Lc 1, 34). Questa risposta, quando era già promessa a Giuseppe di Nazaret, ha una sola spiegazione: Maria aveva il fermo proposito di rimanere vergine. Non vi sono motivi umani che giustifichino questa decisione, piuttosto rara a quei tempi. Ogni ragazza israelita, e ancor più se faceva parte della discendenza di Davide, coltivava nel suo cuore la gioia di essere annoverata fra gli antenati del Messia. Il Magistero della Chiesa e i teologi spiegano questo fermo proposito come frutto di una specialissima ispirazione dello Spirito Santo, che stava preparando Colei che sarebbe stata la Madre di Dio. Il medesimo Spirito le fece incontrare l’uomo che sarebbe stato il suo sposo verginale.
Non sappiamo come Maria e Giuseppe s’incontrarono. Se la Madonna, come è probabile, abitava a Nazaret – un piccolo villaggio della Galilea -, si conoscevano da tempo. In ogni caso, prima della celebrazione dello sposalizio, Maria dovette comunicare a Giuseppe il suo proposito di rimanere vergine. E Giuseppe, preparato dallo Spirito Santo, dovette scoprire in questa rivelazione una voce del Cielo: molto probabilmente anche lui si era sentito spinto interiormente a dedicarsi anima e corpo al Signore. Deve essere stata straordinaria l’armonia che si stabilì immediatamente tra questi due cuori, così come la pace interiore che traboccava dalle loro anime.
A GIUSEPPE, NOBILE DI SANGUE E ANCOR PIÙ NOBILE DI SPIRITO, LA CHIESA APPLICA L’ELOGIO CHE LA SAPIENZA DIVINA AVEVA FATTO DI MOSÈ: FU AMATO DA DIO E DAGLI UOMINI:[...] IL SUO RICORDO È BENEDIZIONE.
Tutto è molto soprannaturale in questo episodio della vita di Maria e, nello stesso tempo, tutto è molto umano. La stessa semplicità – tanto caratteristica delle cose divine – caratterizza la leggenda che subito si formò sullo sposalizio di Maria e Giuseppe; un racconto pieno di episodi meravigliosi, che l’arte e la letteratura hanno immortalato. Secondo queste fonti, quando Maria arrivò all’età di contrarre matrimonio, Dio mostrò miracolosamente ai sacerdoti del Tempio di Gerusalemme e a tutto il popolo chi era l’eletto quale sposo di Maria.
Il fatto storico dovette essere molto più semplice. Il luogo dello sposalizio poté anche essere Nazaret. Quando la famiglia di Maria raggiunse un accordo con Giuseppe, fu celebrato lo sposalizio, che per la Legge mosaica aveva la stessa forza del matrimonio. Trascorso un certo tempo, lo sposo doveva condurre la promessa sposa nella propria casa. In questo lasso di tempo ebbe luogo l’Annunciazione.
Questo episodio della vita di Maria riveste una grande importanza. Giuseppe era della stirpe reale di Davide e, in virtù del suo matrimonio con Maria, conferirà al figlio della Vergine – Figlio di Dio – il titolo legale di figlio di Davide, adempiendo così le profezie. A Giuseppe, nobile di sangue e ancor più nobile di spirito, la Chiesa applica l’elogio che la Sapienza divina aveva fatto di Mosè: fu amato da Dio e dagli uomini: [...] il suo ricordo è benedizione Sir45, 1).
Maria sa soltanto che il Signore l’ha voluta sposa di Giuseppe, un uomo giusto che l’ama e la protegge. Giuseppe sa solo che il Signore vuole che protegga Maria in vista delle nozze divine della Vergine con lo Spirito Santo. Israele ignora questa coppia di novelli sposi: Giuseppe sempre in silenzio, Maria sempre discreta. Dio, però, si compiace e gli angeli si meravigliano.
J.A. Loarte

    Slanci d’affetto dei SANTI indirizzati alla Madonna

    Ecco una raccolta di 10 frasi che alcuni santi di epoche diverse hanno rivolto alla Madonna.

    Tratto da OPUS DEI
    Nel corso della storia i santi hanno scritto numerose frasi per esaltare la bellezza della Vergine Maria. Frasi significative come "Stella del mattino", "Rosa mistica", "Consolazione degli afflitti", "Porta del Cielo" sono ripetuti ogni giorno dai cristiani del mondo intero per onorare la Regina del Cielo.
    Ecco 10 frasi di santi che esaltano la Madre di Dio:
    1. San Josemaría: "Se qualche volta non sai come parlargli o che cosa dirgli, oppure non osi cercare Gesù dentro di te, rivolgiti a Maria, "tota pulchra" – tutta pura, meravigliosa –, per confidarle: Madonna, Madre nostra, il Signore ha voluto che fossi tu, con le tue mani, a guidare Dio: insegnami – insegna a tutti noi – a parlare a tuo Figlio!".
    2. San Giovanni Paolo II: "Vergine immacolata, predestinata da Dio su ogni altra creatura come avvocata di grazia e modello di santità per il suo popolo, guida tu i suoi figli nella peregrinazione della fede, rendendoli sempre più obbedienti e fedeli alla parola di Dio".
    3. San Giovanni XXIII: "O Maria Immacolata, stella del mattino, che dissolvi le tenebre della notte oscura, a Te ricorriamo con grande fiducia!"
    4. San Luigi di Monfort: "Maria è il cammino più sicuro, il più breve e perfetto per andare da Gesù".
    5. Beata Teresa di Calcutta: "A Maria, nostra Madre, dimostreremo il nostro amore lavorando per suo Figlio Gesù, con Lui e per Lui".
    6. Sant'Ignazio di Loyola: "Per quanto tu possa amare molto Maria Santissima, Ella ti amerà sempre molto di più".
    7. San Giovanni Maria Vianney: "Dio potrebbe fare certamente un mondo più bello di questo; ma non sarebbe più bello se vi mancasse Maria".
    8. San Giovanni Paolo II: "Totus Tuus (Tutto tuo) attraverso l'Immacolata".
    9. San Giovanni Bosco: "Chi confida in Maria non si sentirà mai defraudato".
    10. Beato Paolo VI: "Considerando l'ineffabile amore con cui la Vergine Madre aspettò il Figlio, i cristiani si sentiranno incoraggiati a prenderla come modello e a prepararsi, vigilanti nella preghiera e giubilanti nella lode, ad andare incontro al Salvatore che viene".

    IMMACOLATA CONCEZIONE

    La vita di Maria (I): l’Immacolata Concezione


    Tratto da OPUS DEI
    La storia dell’uomo sulla terra è la storia della misericordia di Dio. Sin dall’eternità ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità (Ef 1, 4). Tuttavia, istigati dal demonio, Adamo ed Eva si ribellarono ai piani divini: diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male (Gn 3, 5), aveva loro sussurrato il principe della menzogna. Lo ascoltarono; non vollero avere debiti verso l’amore di Dio e cercarono di ottenere con le loro sole forze la felicità alla quale erano stati chiamati.
    Però Dio non venne meno. Sin dall’eternità, nella sua Sapienza e nel suo Amore infinito, prevedendo il cattivo uso della libertà che avrebbero fatto gli uomini, aveva deciso di farsi uno di noi, mediante l’Incarnazione del Verbo, seconda Persona della Trinità. Perciò, rivolgendosi a Satana che sotto l’aspetto di un serpente aveva tentato Adamo ed Eva, lo minacciò: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe (Gn 3, 15). È il primo annuncio della Redenzione, nel quale già s’intravede la figura di una Donna, discendente di Eva, che sarà la Madre del Redentore e, con Lui e sotto di Lui, schiaccerà la testa del serpente infernale. Una luce di speranza si accende sul genere umano nell’istante stesso in cui peccavamo.
    "CERCARONO DI OTTENERE CON LE LORO SOLE FORZE LA FELICITÀ ALLA QUALE ERANO STATI CHIAMATI".
    Cominciavano così a compiersi le parole ispirate – scritte molti secoli prima che la Madonna venisse al mondo – che la liturgia mette sulla bocca di Maria di Nazaret. Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera... Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non avevo fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo (Pro 8, 22-26).
    La Redenzione del mondo era avviata fin dal primo momento. Poi, a poco a poco, ispirati dallo Spirito Santo, i profeti cominciarono a svelare le fattezze di questa figlia di Adamo, che Dio – in previsione dei meriti di Cristo, Redentore universale del genere umano – preserverà dal peccato originale e da tutti i peccati personali, e colmerà di grazia, per fare di Lei la degna Madre del Verbo Incarnato. Ella è la vergine [che] concepirà e partorirà un Figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7, 14); è preannunciata in Giuditta, l’eroina del popolo ebreo che ottenne la vittoria contro un nemico fortissimo, fino al punto che a lei, più che a ogni altra, sono rivolte quelle lodi: Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente... Sii sempre benedetta dall’onnipotente Signore (Gdt 15, 9-10).
    "OTTENNE LA VITTORIA CONTRO UN NEMICO FORTISSIMO, FINO AL PUNTO CHE A LEI, PIÙ CHE A OGNI ALTRA, SONO RIVOLTE QUELLE LODI".
    Estasiati davanti alla bellezza di Maria, da sempre i cristiani le hanno rivolto lodi copiose e ricche di immagini, che la Chiesa raccoglie nella liturgia: orto recintato, giglio tra le spine, sorgente sigillata, porta del cielo, torre vittoriosa contro il serpente infernale, paradiso di delizie piantate da Dio, stella amica dei naufraghi, Madre purissima...
    J.A. Loarte

    PRESENTAZIONE di Maria al TEMPIO

    Vita di Maria (III): La Presentazione di Maria al Tempio


    Tratto da OPUS DEI
    Gli anni dell’infanzia di Maria Santissima furono silenziosi, come la sua umiltà. Nulla ci dice la Sacra Scrittura. I cristiani, tuttavia, desideravano conoscere con maggiori dettagli la vita di Maria; e poiché i vangeli mantengono il silenzio fino al momento dell’Annunciazione, la pietà popolare, ispirandosi ad alcuni passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, elaborò ben presto alcuni racconti semplici, che poi saranno ripresi dall’arte, dalla poesia e dalla spiritualità cristiana.
    Uno di questi episodi, forse il più significativo, è la Presentazione della Madonna al tempio. Maria è offerta a Dio dai suoi genitori, Gioacchino e Anna, nel Tempio di Gerusalemme. Come l’altra Anna, madre del profeta Samuele, che offrì suo figlio per il servizio di Dio a Silo, nella casa del Signore, dove si manifestava la sua gloria (cfr. 1 Sam 1, 21-28); nello stesso modo, anni dopo, Maria e Giuseppe avrebbero portato Gesù neonato al Tempio per presentarlo al Signore (cfr. Lc 2, 22-38).
    "POICHÉ I VANGELI MANTENGONO IL SILENZIO FINO AL MOMENTO DELL’ANNUNCIAZIONE, LA PIETÀ POPOLARE, ISPIRANDOSI AD ALCUNI PASSI DELL’ANTICO E DEL NUOVO TESTAMENTO, ELABORÒ BEN PRESTO ALCUNI RACCONTI SEMPLICI".
    A rigore, non esiste una storia di quegli anni della Madonna, salvo quello che la tradizione ci ha trasmesso. Il primo testo scritto che riferisce questo episodio – dal quale discendono le numerose testimonianze della tradizione successiva - è il Protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del II secolo. Apocrifo significa che non fa parte del canone dei libri ispirati da Dio; ma questo non esclude che alcuni di questi racconti contengano qualche elemento di verità. Infatti, privato di particolari probabilmente leggendari, la Chiesa ha incluso questo episodio nella liturgia: dapprima a Gerusalemme, dove nell’anno 543 fu dedicata la basilica di Santa Maria Nuova in ricordo della Presentazione; poi, nel XIV secolo la festa passò in occidente, dove la sua memoria liturgica fu fissata il 21 novembre.
    Maria nel Tempio. Tutta la sua bellezza e la sua grazia – era ricolma di bellezza nell’anima e nel corpo – erano per il Signore. È questo il contenuto teologico della festa della Presentazione della Madonna. E in questo senso la liturgia applica a Lei alcune frasi dei libri sacri: Ho officiato nella tenda santa davanti a Lui, e così mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare; in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità (Sir 24, 10-12).
    Come accadde a Gesù dopo la sua presentazione al Tempio, anche Maria continuerà a vivere con Gioacchino e Anna una vita normale. Dove Ella stava – soggetta ai genitori, crescendo sino a divenire donna -, là stava la piena di grazia (Lc 1, 28), con il cuore predisposto a un servizio completo a Dio e a tutti gli uomini per amore di Dio.
    "LA MADONNA MATURAVA DAVANTI A DIO E DAVANTI AGLI UOMINI. NESSUNO NOTÒ NULLA DI STRAORDINARIO NEL SUO COMPORTAMENTO, ANCHE SE, INDUBBIAMENTE, SI FACEVA NOTARE DA QUANTI LE STAVANO ATTORNO, PERCHÉ LA SANTITÀ ATTRAE SEMPRE".
    La Madonna maturava davanti a Dio e davanti agli uomini. Nessuno notò nulla di straordinario nel suo comportamento, anche se, indubbiamente, si faceva notare da quanti le stavano attorno, perché la santità attrae sempre; ancor più nel caso della Tutta Santa. Era una ragazza sorridente, che lavorava, sempre unita a Dio; accanto a Lei tutti si sentivano a loro agio. Ella, nei momenti dedicati alla preghiera, poiché conosceva bene la Sacra Scrittura, avrà ripassato ripetutamente le profezie che annunciavano l’avvento del Salvatore. Le avrà fatte proprie, oggetto della sua riflessione, argomento delle sue conversazioni. Questa ricchezza interiore sarebbe traboccata poi nel Magnificat, il meraviglioso inno che pronunciò dopo aver udito il saluto della cugina Elisabetta.
    Tutto nella Vergine Maria era orientato verso la Santissima Umanità di Cristo, il vero Tempio di Dio. La festa della sua Presentazione è l’espressione dell’appartenenza esclusiva della Madonna a Dio, la completa dedicazione della sua anima e del suo corpo al mistero della salvezza, che è il mistero dell’avvicinamento del Creatore alla creatura.
    Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engaddi, come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura; sono cresciuta come un platano (Sir 24, 13-14). Santa Maria ha fatto sì che intorno a Lei fiorisse l’amore di Dio. Lo fece senza essere notata, perché le sue opere erano cose di tutti i giorni, cose piccole piene d’amore.
    J.A. Loarte

      ANNUNCIAZIONE a MARIA

      Vita di Maria (V): L’annunciazione di Nostra Signora


      Tratto da OPUS DEI

      I testi di questo quinto episodio contemplano l’annunciazione dell’Angelo a Maria, porta di Cristo nel mondo.

      Il dialogo più importante della storia ha avuto luogo all’interno di una povera casa di Nazaret. I protagonisti sono Dio stesso, che si serve del ministero di un Arcangelo, e una Vergine chiamata Maria, della casa di Davide, unita in matrimonio con un artigiano di nome Giuseppe.
      Molto probabilmente Maria era raccolta in preghiera, forse stava meditando qualche passo della Sacra Scrittura che si riferisce alla salvezza promessa dal Signore; così ce la mostra l’arte cristiana, che si è ispirata a questa scena per comporre le più belle rappresentazioni della Madonna. O forse era occupata nei lavori domestici, ma anche in questo caso sarà stata immersa nella preghiera: tutto in Lei era occasione e motivo per alimentare un continuo dialogo con Dio.
      Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1, 28).
      A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto Lc 1, 29). Il suo turbamento non è dovuto tanto all’apparizione dell’angelo, quanto alle sue parole. Allarmata, si domanda il perché di tante lodi. Si turba perché, nella sua umiltà, si sente poca cosa. Conoscendo bene la Scrittura, si rende immediatamente conto che il messaggero celeste le sta trasmettendo un messaggio inaudito. Chi è Lei per meritare questi elogi? Che cosa ha fatto nella sua breve esistenza? È vero che desidera servire Dio con tutto il suo cuore e tutta la sua anima, ma si considera molto lontana dalle gesta che valsero lodi a Debora, a Giuditta, a Ester, donne molto celebrate nella Bibbia; e tuttavia comprende che quella ambasciata divina è per Lei.Ave, gratia plena!
      "NELLA SUA RISPOSTA NON C’È LA MINIMA OMBRA DI DUBBIO O DI INCREDULITÀ: SÌ, SIN DALLA SUA PIÙ TENERA INFANZIA IL SUO UNICO ARDENTE DESIDERIO ERA CHE SI COMPISSE LA VOLONTÀ DI DIO!"
      In questo primo momento Gabriele si rivolge a Maria dandole un nome – la piena di grazia – che spiega il profondo turbamento della Madonna. San Luca utilizza un verbo che, nella lingua greca, indica che la Vergine di Nazaret era in quel momento completamente trasformata, santificata dalla grazia di Dio. Come successivamente definirà la Chiesa, ciò avvenne nell’istante stesso del suo concepimento, in considerazione della missione che doveva compiere: essere la Madre di Dio nella sua natura umana, rimanendo nello stesso tempo Vergine.
      L’Arcangelo coglie l’agitazione della Madonna e, per tranquillizzarla, Le si rivolge chiamandola – ora sì – con il suo nome proprio e spiegandole le ragioni del suo singolare saluto.
      Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre, e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine Lc 1, 30-33).
      "NON SI LIMITA A UN GENERICO ASSENSO, MA PRONUNCIA UN SÌ – FIAT! – NEL QUALE RIVERSA TUTTA LA SUA ANIMA E TUTTO IL SUO CUORE".
      Maria, che conosce bene le profezie messianiche e le ha meditate molte volte, capisce che sarà la Madre del Messia. Nella sua risposta non c’è la minima ombra di dubbio o di incredulità: sì, sin dalla sua più tenera infanzia il suo unico ardente desiderio era che si compisse la Volontà di Dio! Però desidera sapere come si realizzerà questo prodigio, perché, ispirata dallo Spirito Santo, aveva deciso di donarsi a Dio in verginità di cuore, di corpo e di mente.
      San Gabriele le comunica allora il modo divinissimo nel quale maternità e verginità si concilieranno nel suo seno.
      Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a DioLc 1, 35-37).
      L’angelo tace. Un grande silenzio s’impadronisce del cielo e della terra, mentre Maria medita nel suo cuore la risposta che sta per dare al messaggero divino. Tutto dipende dalle labbra di questa Vergine: l’Incarnazione del Figlio di Dio, la salvezza dell’intera umanità.
      Maria non indugia. Nel rispondere all’invito del Cielo, lo fa con tutta l’energia della sua volontà. Non si limita a un generico assenso, ma pronuncia un sì –fiat! – nel quale riversa tutta la sua anima e tutto il suo cuore, aderendo pienamente alla Volontà di Dio: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto Lc 1, 38).
      E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi Gv 1, 14). Nel contemplare ancora una volta il mistero dell’umiltà di Dio e dell’umiltà della creatura, prorompiamo in una esclamazione di gratitudine che vorremmo non terminasse mai: «Oh Madre, Madre!: con quella tua parola – fiat – ci hai reso fratelli di Dio ed eredi della sua gloria. – Sii benedetta!» ( Cammino , n. 512).
      J.A. Loarte

        VISITAZIONE a Santa Elisabetta

        Vita di Maria (VI): La visitazione a Santa Elisabetta


        Tratto da OPUS DEI

        Il sesto episodio della vita di Maria contempla la visitazione della Madonna a sua cugina.

        Elisabetta, colei che dicevano sterile, sta per diventare madre. Maria lo ha saputo da Gabriele, l’inviato di Dio. E poco dopo, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda Lc 1, 39). Non è mossa dalla curiosità, nè si mette in viaggio per verificare personalmente quello che l’angelo le ha comunicato. Maria, umile, piena di carità – di una carità che la spinge a preoccuparsi più della cugina anziana che di sè stessa – va a casa di Elisabetta perché ha intravisto nel messaggio del cielo una segreta relazione tra il figlio di Elisabetta e il Figlio che Lei stessa porta in grembo.
        Il percorso da Nazaret ad Ain Karin – la piccola città situata sui monti della Giudea, che la tradizione identifica con il luogo di residenza di Zaccaria ed Elisabetta – è lungo; copre una distanza di quasi cento quaranta chilometri. Probabilmente Giuseppe ha organizzato il viaggio. Si sarà preoccupato di trovare una carovana nella quale la Madonna potesse viaggiare in sicurezza, e forse egli stesso l’avrà accompagnata almeno sino a Gerusalemme; alcuni commentatori pensano che l’abbia accompagnata anche sino a Ain Karin, distante poco più di sette chilometri dalla capitale, anche se poi sarà ritornato subito a Nazaret, dove aveva il suo lavoro.
        Entrata nella casa di Zaccaria, [Maria] salutò Elisabetta Lc 1, 40). Alcune tradizioni locali affermano che l’incontro tra le due cugine ebbe luogo, non nella stessa città, ma in una casa di campagna dove Elisabetta – come dice il testo sacro – si tenne nascosta per cinque mesi (cfr. Lc 1, 24), per evitare gli sguardi indiscreti di parenti e amici, e per elevare la sua anima in ringraziamento a Dio, che le aveva concesso un favore così grande.
        Di solito si saluta la persona che arriva stanca da un viaggio, ma in questo caso è Maria che saluta Elisabetta. L’abbraccia, si congratula, le promette di rimanere accanto a lei. Con Lei entra in quella casa la grazia del Signore, perché Dio l’ha fatta sua mediatrice. Il suo arrivo ha provocato una rivoluzione spirituale. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria – racconta San Luca - , il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo Lc 1, 41).
        CON LEI ENTRA IN QUELLA CASA LA GRAZIA DEL SIGNORE, PERCHÉ DIO L’HA FATTA SUA MEDIATRICE. IL SUO ARRIVO HA PROVOCATO UNA RIVOLUZIONE SPIRITUALE.
        Tre furono i benefici che Maria portò con sè (cfr. Lc 1, 42-45). In primo luogo, riempì di gloria quella casa: A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?Se la visita di un personaggio della terra onora oltremodo chi lo ospita, che si dovrebbe dire dell’onore ricevuto nell’accogliere il Figlio unigenito del Padre, fatto uomo nel seno della Madonna? Immediatamente il Battista ancora non nato si scosse ed esultò di gaudio: fu santificato dalla presenza di Gesù Cristo. Allora Elisabetta, illuminata dallo Spirito di Dio, proruppe in un’acclamazione profetica: Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata Colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore .
        La Madonna andava a servire, ma va a finire che la lodano, la benedicono, la proclamano Madre del Messia, Madre di Dio. Maria sa che effettivamente è così, ma attribuisce tutto al Signore: perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome Lc 1, 48-49).
        NEL MAGNIFICAT, UN CANTICO COMPOSTO DALLA MADONNA – PER ISPIRAZIONE DELLO SPIRITO SANTO – CON ESPRESSIONI TRATTE DALL’ANTICO TESTAMENTO, SI RISPECCHIA L’ANIMA DI MARIA.
        Nel Magnificat, un cantico composto dalla Madonna – per ispirazione dello Spirito Santo – con espressioni tratte dall’Antico Testamento, si rispecchia l’anima di Maria. È un canto alla misericordia di Dio, grande e onnipotente, ed è contemporaneamente una manifestazione dell’umiltà della Madonna. Senza che io facessi nulla – ci dice –, il Signore ha voluto che si adempisse in me ciò che aveva annunziato ai nostri padri, a favore di Abramo e della sua discendenza, per sempre. L’anima mia magnifica il Signore , non perché la mia anima sia grande, ma perché il Signore l’ha fatta grande.
        Maria umile: schiava di Dio e serva degli uomini. Rimane tre mesi nella casa di Elisabetta, fino a quando nasce Giovanni. E, con la sua presenza, riempirà di grazie anche Zaccaria, affinché canti al Signore un inno di lode e di pentimento, con tutta la forza che aveva riacquistata: Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redentoil suo popolo Lc 1, 68).
        J.A. Loarte